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XXCO – L'architettura del XX secolo in provincia di Como - 1945-2000

30,00 €
Tasse incluse

Il doppio volume illustrato ripercorre l’intero Novecento architettonico comasco attraverso un percorso ragionato, e innovativo, costituito da 366 dettagliate schede di edifici pubblici, religiosi, residenze private, ville scenografiche, stabilimenti produttivi, impianti sportivi, infrastrutture… dai più noti ai più discosti. Un viaggio affascinante tra architettura, paesaggi, storia e società, moda e modi di vivere, per riflettere su un secolo tanto breve quanto intenso.

Fabio Cani

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Il doppio volume illustrato, corredato da introduzioni, approfondimenti, cartine, bibliografia e indici, ripercorre l’intero Novecento architettonico comasco attraverso un percorso ragionato, e innovativo, costituito da 366 dettagliate schede di edifici pubblici, religiosi, residenze private, ville scenografiche, stabilimenti produttivi, impianti sportivi, infrastrutture… dai più noti ai più discosti. Un viaggio affascinante tra architettura, paesaggi, storia e società, moda e modi di vivere, per riflettere su un secolo tanto breve quanto intenso.

Facendo un grande sforzo di selezione, per gli anni dal 1945 al 2000, XXCO presenta 215 edifici, tutti (o quasi) visibili, almeno da lontano, e tutti (o quasi) documentati con precisione: un patrimonio distribuito in ogni angolo della provincia, e per ogni tipologia di costruzione. Ci si può così rendere conto che molti più noti prodotti “made in Como” sono nati in edifici di grande interesse (e la cosa non può essere considerata di scarso significato) o che persino l’intervento pubblico ha saputo coniugare – a tratti – le esigenze pratiche con la creatività progettuale. Senza esagerare, si può dire che molte di queste architetture sarebbero degne di entrare nell’immaginario collettivo, di essere viste e visitate, integrate in una rete di percorsi alla scoperta di un territorio che, anche nei tempi più recenti, non è stato solo martoriato, ma a volte anche valorizzato.

Nello specifico: la ricostruzione e il boom, l’eredità razionalista, le nuove alternative progettuali, i quartieri residenziali economico-popolari, le chiese moderne, i servizi pubblici, la confusione e il continuo rimescolamento dei linguaggi, fino all’incontro/scontro tra vecchie e nuove generazioni sullo scorcio del secolo.

Un percorso per leggere la storia del Novecento attraverso gli edifici.

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Se il Novecento comasco resta, nel suo complesso, un grande sconosciuto, la sua seconda metà è persino un enigma. L’affermazione può suonare provocatoria, ma è la semplice verità. Incredibilmente, infatti, man mano che ci si avvicina all’attualità le nostre conoscenze diminuiscono, o quantomeno si fanno più incerte e confuse. Aderendo senza pensarci troppo all’invito manzoniano di lasciare “ai posteri l’ardua sentenza”, la città e il territorio non si preoccupano mai di capire e di conoscere cosa sia successo negli ultimi decenni.

Ciò vale anche per l’architettura. Se, per i primi decenni del secolo, l’interesse verso alcuni gruppi e stili (i razionalisti, il liberty, il futurismo) ha prodotto una certa proliferazione di studi, anche se ha avuto l’effetto di oscurare – a volte – altri protagonisti, per la seconda metà le ricerche sono davvero poche. Eppure gli argomenti di sicuro interesse non mancano: l’eredità dei razionalisti, il ruolo non secondario del Comasco nell’elaborazione di modelli residenziali economici, la ricaduta sul territorio delle nuove istanze ecclesiali prodotte dal Concilio Vaticano II, il confronto tra il dibattito internazionale e la produzione locale, l’emergere di linguaggi locali capaci di attirare l’interesse generale (come per la scuola “ticinese”). Tutte cose che per lo più sono rimaste confinate in qualche articolo in punta di penna o in contributi di specializzazione estrema.

Viceversa, basta armarsi di una buona dose di curiosità e di una discreta voglia di girovagare per trovare – dentro e fuori il capoluogo, sulle ridenti sponde del lago come nell’operosa pianura verso Milano, nelle vallette come sulle cime – opere degne di considerazione, in grado di illuminare una cultura architettonica che non sfigura nemmeno messa a confronti con i grandi capolavori degli anni Trenta. Ma non sono solo le opere dei maestri del secondo Novecento riconosciuti a livello internazionale a evidenziare l’interesse del territorio, sono anche e soprattutto le molte realizzazioni nate da un rapporto diretto con il contesto (sia dal punto di vista morfologico che da quello culturale) a contribuire alla qualità dell’architettura comasca e lariana del secondo Novecento.

Facendo un grande sforzo di selezione, per gli anni dal 1945 al 2000, XXCO presenta 215 edifici, tutti (o quasi) visibili, almeno da lontano, e tutti (o quasi) documentati con precisione: un patrimonio distribuito in ogni angolo della provincia, e per ogni tipologia di costruzione. Ci si può così rendere conto che molti più noti prodotti “made in Como” sono nati in edifici di grande interesse (e la cosa non può essere considerata di scarso significato) o che persino l’intervento pubblico ha saputo coniugare – a tratti – le esigenze pratiche con la creatività progettuale. Senza esagerare, si può dire che molte di queste architetture sarebbero degne di entrare nell’immaginario collettivo, di essere viste e visitate, integrate in una rete di percorsi alla scoperta di un territorio che, anche nei tempi più recenti, non è stato solo martoriato, ma a volte anche valorizzato.

E in ogni caso resta di fondamentale importanza prendere coscienza di cosa è oggi la realtà di Como e del territorio circostante e di come è diventata così.

9788871852911

Specifiche Tecniche

Autore
Cani Fabio
Editore
NodoLibri
Formato
Libro
Pagine
328
Mese Pubblicazione
Aprile
Anno pubblicazione
2017

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